Etosha: safari in autonomia in Namibia

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Panorama nel parco dell’Etosha, Namibia

Erba gialla a perdita d’occhio, e nel mezzo un enorme lago semi-prosciugato (l’Etosha pan) che crea miraggi e illusioni ottiche. Il parco dell’Etosha, anche fosse senza animali, meriterebbe già la visita per i suoi panorami tipici della savana africana. Non si fa in tempo a varcarne l’ingresso che appaiono zebre e antilopi. Poi arriva in fretta il resto: elefanti, giraffe, leoni, ghepardi, struzzi, gazzelle, orici, gnu, facoceri, rinoceronti, uccelli. Il parco è talmente esteso che a volte pare che di animali non ce ne sia nemmeno l’ombra. Poi si inizia a vedere qualche segno, magari una cacca di elefante, che non passa inosservata. Si arriva ad una delle pozze e possono succedere due cose: la pozza è completamente deserta, oppure ci sono 50 elefanti che si bevono e lavano, circondati da decine di zebre, gnu e springbok che attendono il loro turno. Se si è fortunati, qualche leone se ne sta da qualche parte sotto ad una pianta, in attesa della battuta di caccia.

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Leoni nell’Etosha

Nella stagione secca, le pozze dell’Etosha sono il luogo perfetto per trovare tanti animali tutti insieme. Agli ingressi del parco in genere si trova un libro dei visitatori, dove giorno per giorno vengono riportati i luoghi dove sono stati avvistati i felini. Ma non c’è una logica per avvistare il leone o gli elefanti. Si radunano intorno alle pozze, e ci si affida alla fortuna o alla pazienza.

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Prima gli elefanti, poi tutti gli altri. Pozza d’acqua nell’Etosha.

A volte gli incontri migliori avvengono a caso, magari nel punto più insospettabile dell’Etosha. La nostra giornata sta per volgere al termine con il sole che corre verso l’orizzonte quando, a pochi metri dalla nostra auto a noleggio, sei leoni passeggiano alla ricerca di qualche preda. Spengo il motore. Tra noi e i leoni ci sono pochi metri. Lascio la chiave inserita nel quadro e un dito sul comando del finestrino mentre scatto le foto. L’ultima sorpresa sono alcune zebre che si rotolano nella terra sotto agli ultimi raggi di sole.

etosha namibia zebre

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Litigio tra zebre

Dormire nei campeggi all’ingresso dell’Etosha è quasi impossibile, se non prenotando diversi mesi in anticipo. Sono gestiti dall’ente NWR (Namibian Wildlife Resorts), un po’ equivoco tra l’altro sulla gestione. Diversi viaggiatori mi hanno riferito di dormire in campeggi semideserti, ma ufficialmente pieni, quasi non avessero voglia di averli pieni. La poca cortesia di diverse persone che lavorano per NWR, in un Paese invece di gente sempre estremamente gentile, fa insospettire. Ad ogni modo, poco fuori dai gate ci sono altre sistemazioni. I gate dell’Etosha aprono all’alba e chiudono al tramonto, ma anche dormendo all’interno è vietato stare fuori quando è buio, quindi non cambia molto. I campeggi all’interno però hanno in genere una loro pozza dove si possono vedere gli animali, anche la sera. Noi, dormendo fuori, non avevamo la nostra pozza, ma una zebra che girava intorno al nostro tavolino da campeggio, forse attirata dalla mia cucina.

 

Il safari in autonomia e con auto a noleggio è un’occasione unica. Le guide conoscono forse e luoghi dove ci sono certi animali, hanno di sicuro l’occhio più allenato a scovare un leone o un leopardo, ma scoprire gli animali da soli ha un gusto diverso. Di sicuro, diverse volte, sarò sfrecciato con la mia macchina vicino a leoni o altri felini senza rendermene conto.

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Ghepardo

Del resto è noto, tu non sai dove sono gli animali, ma loro sanno dove sei tu. Un buon motivo per non scendere mai dalla propria auto all’interno dell’Etosha. E se buchi una gomma? Su questo non ho risposta. Forse si deve chiedere soccorso ad un elefante gommista.

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Savana e springbok. Etosha

Le guide di viaggio dicono di andare ad una pozza qualunque e aspettare. Io ho preferito invece muovermi molto, come gli animali. Credo non ci sia una regola, ma più ti muovi e più vedi, più incontri. Lapalissiano. E così, puoi imbatterti tre elefanti giganteschi che ti attraversano la strada, due ghepardi che passeggiano, due zebre che litigano, due gnu che s’incornano, un gruppo di 200 o 300 zebre che si spostano verso una pozza. Ce se sono talmente tante che la sera, mentre mangi al campeggio, credi di vedere una zebra lì dietro al tuo tavolino illuminato da una lampada fioca appesa alla pianta. Passa qualche istante e ti giri di nuovo, e la zebra non è un miraggio, ma è proprio lì in carne ed ossa, e ci manca poco che mangi direttamente dal tuo piatto. Succede anche che nel campeggio successivo, sempre mentre stai cucinando con il fornello a gas nella penombra della tua piazzola, vedi un ghepardo a pochi metri. Salti sulla sedia e ti prepari alla fuga, per poi notare che c’è un sottile recinto metallico, e il ghepardo non può avvicinarsi, perché è il recinto del campeggio stesso. Probabilmente l’animale, per qualche problema, non può vivere da solo fuori, e gli hanno costruito uno spazio dove vivere in compagnia di una scimmia. La notte sento dei passi intorno alla tenda, ma sono solo due springbok che curiosano in giro. Di sicuro non devi dormire fuori dalla tenda. Lo sa bene un turista tedesco a cui una iena ha portato via un pezzo di faccia.

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Orici (antilopi)

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Gigante nell’Etosha

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Asciugaelefante

Si può girare per l’Etosha per giorni e giorni, avvistare animali, osservarli mentre giocano, litigano o si riposano, aspettare la battuta di caccia dei leoni o dei ghepardi. La Namibia però non è solo savana, leoni ed elefanti, ma anche deserti, dune colorate, oceani, montagne e canyon, paesaggi sconfinati e strade che invocano il viaggio. Quando esci dall’Etosha credi di stare abbandonando qualcosa, ma bastano pochi chilometri per sentire subito, di nuovo, la voglia di correre.

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Giraffe nell’Etosha

–> Foto e racconto del viaggio in Namibia

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