Namibia: due giorni a Swakopmund

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Swakopmund: tramonto sul molo

Siamo partiti da Uis la mattina. La strada lascia le colline e i colori del Damaraland e si addentra nel deserto, una distesa di sabbia rossa che si perde in un orizzonte di colline lontane. Alcuni struzzi corrono in mezzo alla sabbia. Procediamo su una pista sterrata più larga di un’autostrada, senza incontrare quasi nessuno.

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Verso Swakopmund dal monte Brandberg

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Struzzo e deserto sulla strada per Swakopmund

L’aria è molto calda. Procediamo solitari nel deserto fino a quando, ad alcune decine di chilometri a Swakopmund, in lontananza s’inizia a intravedere qualcosa di scuro. Potrebbe sembrare l’oceano, ma ha un qualcosa di sinistro che inizialmente non riesco a capire.

Intanto non fa più così caldo e spengo il condizionatore. Il deserto ora è piatto, e ha perso i suoi orizzonti. La macchia scura in fondo alla strada prende le sembianze di una spessa coltre di nuvole, o forse nebbia. Minuto dopo minuto, l’aria diventa più fredda. Inizio ad alzare i finestrini. Il sole filtra attraverso le nuvole a strisce irregolari, illumina di giallo la sabbia sulla la strada, che corre dritta fino all’oceano. Si perde in fondo, in mezzo alla coltre di nebbia e ai raggi di sole che ancora riescono a farsi largo tra gli spiragli di cielo sereno. Un paesaggio surreale, tra illusioni ottiche e sensazione di guidare l’auto in un video game.

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Verso la skeleton coast e Swakopmund, tra deserto e nebbia

Sulla costa la prima cittadina è Henties Bay. Scendiamo dall’auto con pantaloni lunghi, calze, pile e cappello. Il cielo è grigio, il vento teso è carico di umidità che condensa sulle case e per terra. A Swakopmund, poco più a sud, la coltre di nuvole e nebbia si è un po’ diradata, ma il vendo freddo e umido non si placa. Sono le correnti gelide che investono la costa della Namibia sulla Skeleton Coast. Si chiama Skeleton Coast per gli scheletri di tutte le barche che ci si sono arenate, perse nelle nebbie e trascinate a riva dal vento. Le hanno lasciate lì ad arrugginire, in un cimitero di spettrali fantasmi metallici.

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Relitto sulla Skeleton Coast vicino a Swakopmund

La città, in lontananza, appare come un agglomerato di case abbandonato con una certa dose di follia, in balia del vento dell’oceano e della sabbia del deserto.

Nel pomeriggio il cielo di Swakopmund si libera dalla nebbia, il tramonto infuoca l’orizzonte. Il molo spruzza acqua sotto i colpi delle onde che corrono veloci verso riva.

Il clima della Skeleton Coast e Swakopmund è forse, insieme a Luderitz, il peggiore della Namibia. Swakopmund è una città coloniale tedesca, abbonda la birra e si può anche mangiare qualcosa di buono nei ristoranti. Ne scegliamo uno costruito proprio su un ex relitto arenatosi sulla Skeleton Coast, dove servono pesce o filetto di gazzella.

La notte in tenda è fredda. Usciamo dalla tenda la mattina e tutto è bagnato come se avesse piovuto. Il cielo è pennellato di grigio.

Anche se così non potrebbe sembrare, c’è una ragione per andare nel freddo e nell’umidità di Swakopmund. Poco più a sud, Walvis Bay è la porta di accesso a Sandwich Harbour, uno dei luoghi più spettacolari della Namibia intera.

Per chi poi vuole dilettarsi con varie attività sulle dune di sabbia o sull’acqua, c’è di tutto, dai cammelli ai quad al “sand surf” o “sand sci”, ai lanci con il paracadute.

La mia guida di viaggio riporta che può essere una tappa piacevole nel viaggio in Namibia, con i pub e l’atmosfera coloniale. Personalmente, dopo i leoni del parco Etosha, i paesaggi del Damaraland, le sabbie del deserto e il Fish river canyon, Swakopmund non ha nulla da offrire. Ci siamo fermati dormire e visitare i dintorni. Per la città in sé e il suo clima, sarei scappato via dopo un minuto.

–> Foto e racconto del viaggio in Namibia

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